Oggi per me è una giornata dedicata alla sistemazione della scaletta di un corso al quale tengo tantissimo.

E più vado avanti, più vorrei aggiungere cose: contenuti, esercizi, momenti di team meeting, spazi di condivisione in plenaria…

MA…

Il tempo è limitato alle ore a disposizione.

Quindi devo far stare quello che si può, quello che ci sta, facendo attenzione a non comprimere troppo, per evitare di fare tutto di corsa o magari addirittura di non riuscire a fare tutto.

È una dinamica che conosco bene.

Aiuto spesso le persone, nel preparare i loro discorsi in pubblico o magari nel pianificare obiettivi o riunioni, ad “asciugare” i loro discorsi, a sintetizzare puntando all’essenziale.

Li aiuto anche a comprendere quanto molto spesso siamo noi stessi ad avere una sorta di “ansia” del voler inserire tanti elementi, magari addirittura più di quelli che ci starebbero, finendo poi per dover fare di corsa, tagliare, o perdere il filo del discorso…

Sai perchè succede?

Io credo per la paura dell’effetto opposto: la sensazione che sia “troppo poco”.

Non sto dicendo che questo denoti per forza un’insicurezza di fondo o cose così…

… semplicemente credo che a tutti noi piaccia la sensazione di lasciare i nostri ospiti con la “pancia piena”.

Hai presenze le nonne che ti dicono “mangia, mangia”?

Ecco.

Credo sia quella la sensazione: vedere i tuoi nipoti che mangiano di gusto, e poco importa se faranno fatica ad alzarsi dalla sedia perché troppo pieni… tu il tuo lo hai fatto!

Come ti dicevo, è una dinamica che conosco bene.

Perchè capita sempre anche a me!

Nonostante io sappia che devo limitare il numero di elementi da inserire e lasciarmi anche degli “spazi cuscinetto” per eventuali imprevisti o ritardi… in un primo momento tendo sempre a partire a razzo e inserire mille cose.

Poi, ovviamente, mi fermo e cambio rotta.

Ti capita mai di “esagerare” con gli elementi da inserire o con la quantità di informazioni?

Magari vuoi solamente stupire chi ti guarderà o ascolterà, ma il rischio grosso è che tu li confonda o li “inondi” di informazioni che, per quanto tutte molto interessanti, finiranno per confondere i tuoi interlocutori, per farli “perdere”.

Ci hai mai pensato?

Ricorda: la qualità, quella conta.

Quanto riesci ad esprimere bene un concetto.

Quanto riesci a farlo comprendere e acquisire.

Quanto riesci a far vivere lo stesso concetto a livello pratico.

Non sarà il numero di informazioni a fare la differenza, ma l’esperienza che farai vivere.

Andrea